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  • ORIENT – OCCIDENT 1200 – 1700
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Reference: AVSA9848

  • Hespèrion XXI
  • Jordi Savall

Ascoltare queste musiche di Oriente e di Occidente, ingegnosamente raccolte da Jordi Savall, non è un’esperienza qualunque. Perché all’emozione estetica si aggiunge un sentimento ancora più intenso, quello di comunicare, per incanto, con un’umanità riconciliata.
Questa non ha forse perso un po’ della sua anima nella seconda metà del XV secolo, all’epoca della morte simultanea di Sefarad e di al-Andalus, quaranta anni dopo il crollo di Bisanzio? Tra l’Oriente e l’Occidente sono state distrutte delle passerelle mentali e spirituali che non sono state mai più riparate. Il Mediterraneo ha smesso di essere quel mare fertile situato al centro del nostro universo culturale, per non essere altro che un campo di battaglia, e una barriera.

Informazioni aggiuntive
Intèrprets

HESPÈRION XXI
Jordi Savall viella, rebab, lira d’arc
Dimitris Psonis santur, saz
Driss El Maloumi oud, Yair Dalal oud
Pedro Estevan darbouka, bendir, tambor, pandereta, riq-gunga
Khaled Arman rubâb
Osman Arman tulak (flauta travessera)
Seiar Hashimi tablas & zirbaghali
Jordi Savall direcció

Informació

Data i lloc de gravació : a la col·legiata del Castell de Cardona (Catalunya) Gener 2006

Llista de Temes

Dialogue entre les musiques instrumentales de l’ancienne Espagne chrétienne,
juive et musulmane, de l’Italie médiévale et celles du Maroc, d’Israël,
de Perse, d’Afghanistan et de l’ancien Empire Ottoman.
I
1. Makam Rast “Murass’a” usul Düyek Turquie, mss. de Kantemiroglu 4’40
2. Ductia Alfonso X el Sabio (Cantigas 248-353) 3’43
3. A la una yo nací Sefarad / Sarajevo 3’56
4. Alba Castelló de la Plana (Espagne) 2’39
5. Danse de l’âme Maroc / Driss El Maloumi 4’33
6. Istampitta: La Manfredina Italia: trecento mss. 2’34
7. Laïli Djan Afghanistan (Perse) 4’04
II
8. Istampitta: In Pro Italia: trecento mss. 8’21
9. Danza del viento Sefarad / Bereber (Algérie) 3’04
10. Istampitta: Saltarello I Italia: trecento mss. 2’29
11. Chahamezrab Perse / Dimitris Psonis 3’36
12. Danza de las espadas Galicia, s. XIII 1’51
13. Makam Nikriz üsul Berevsân Turquie, mss. de Kantemiroglu 3’34
14. Istampitta: Saltarello II Italia: trecento mss. 1’51
III
15. Ya Nabat Elrichan – Magam Lami Judeo-Iraquienne / Yair Dalal 3’37
16. Rotundellus (Cantiga 105) Alfonso X el Sabio 2’45
17. Makam Rast Semâ’i Turquie, mss. de Kantemiroglu 2’14
18. Istampitta: Lamento di Tristano Italia: trecento mss. 4’55
19. Mola Mamad Djânn Afghanistan (Perse) 5’07
20. Saltarello (Cantigas 77-119) Alfonso X el Sabio 2’28
21. Makam ‘Uzäl Sakil “Turna” Turquie, mss. de Kantemiroglu 3’44
HESPÈRION XXI
Jordi Savall viella, rebab, lira d’arc
Dimitris Psonis santur, saz
Driss El Maloumi oud, Yair Dalal oud
Pedro Estevan darbouka, bendir, tambor, pandereta, riq-gunga
Khaled Arman rubâb
Osman Arman tulak (flauta travessera)
Seiar Hashimi tablas & zirbaghali
Jordi Savall direcció

Categoria

Catàleg complet

Descrizione

Ascoltare queste musiche di Oriente e di Occidente, ingegnosamente raccolte da Jordi Savall, non è un’esperienza qualunque. Perché all’emozione estetica si aggiunge un sentimento ancora più intenso, quello di comunicare, per incanto, con un’umanità riconciliata.
Questa non ha forse perso un po’ della sua anima nella seconda metà del XV secolo, all’epoca della morte simultanea di Sefarad e di al-Andalus, quaranta anni dopo il crollo di Bisanzio? Tra l’Oriente e l’Occidente sono state distrutte delle passerelle mentali e spirituali che non sono state mai più riparate. Il Mediterraneo ha smesso di essere quel mare fertile situato al centro del nostro universo culturale, per non essere altro che un campo di battaglia, e una barriera.
Oggi, il nostro mare comune è il luogo dove si erge la Muraglia invisibile che divide il pianeta tra Nord impaurito e Sud disperato; e tra comunità planetarie che hanno preso l’abitudine di diffidare dell’“altra” e di tenersene lontano. Il mondo arabo ed il mondo ebraico sembrano avere dimenticato la loro feconda parentela di un tempo; l’Oriente musulmano e l’Occidente di tradizione cristiana sembrano chiusi in un confronto senza uscita.
Per ridare alla nostra umanità disorientata qualche segno di speranza, occorre andare ben al di là di un dialogo delle culture e delle credenze, verso un dialogo delle anime. Tale è, in questo inizio del XXI secolo, la missione insostituibile dell’arte. Ed è precisamente ciò che proviamo all’ascolto di queste splendide musiche venute da epoche e da terre diverse. Improvvisamente scopriamo, o riscopriamo, che le civiltà che ci sembravano lontane le une dalle altre, e addirittura nemiche, sono straordinariamente vicine, straordinariamente complici.
Nel corso di questo viaggio nel tempo e nello spazio, ci chiediamo ad ogni istante se i conflitti ai quali siamo abituati non siano ingannevoli, in fin dei conti, e se la verità degli uomini e delle culture non stia piuttosto in questo dialogo degli strumenti, degli accordi, delle cadenze, dei gesti e dei respiri. Sale allora in noi un sentimento di gioia profonda, frutto di un atto di fede: la diversità non è necessariamente un preludio all’ostilità; le nostre culture non sono chiuse dentro paratie stagne; il nostro mondo non è condannato a lacerazioni senza fine; può ancora essere salvato…
Non è qui, del resto, dall’inizio dell’avventura umana, la ragione prima dell’arte?

AMIN MAALOUF